Suor Luisella Sebastiani

 

Venite , benedetti dal Padre mio, perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero carcerato e siete venuti a trovarmi …

Con queste parole del  Vangelo di Matteo desideriamo salutare suor Luisella, rompendo il silenzio che lei avrebbe voluto in questo momento.
Parole che lei ha incarnato nella sua vita di consacrata, dedicando la  vita a Cristo e alla Chiesa.

Suor Luisella nata a Carpaneto  nel 1941, dopo gli studi compiuti in parte già nel nostro collegio, ha iniziato la sua vita religiosa nella nostra famiglia, nel 1960 dedicandosi poi come insegnante ed educatrice nelle diverse case della Congregazione, dal nord alla Calabria, dai bambini orfani in Romania, ai poveri dell’Eritrea che ha visitato alcune volte, il suo desiderio era di raggiungere anche il Messico, ma a causa della malattia non è riuscita, ora lo vedrà più bello dal Paradiso. Diverse sono state le sue esperienze pastorali, diremmo che aveva raggiunto le periferie che Papa Francesco ora ci propone. Per tanti anni ha  trascorso le sue vacanze con i diversamente abili, ha dato inizio nella nostra casa di accoglienza, al Progetto Otre la strada, per aiutare le ragazze in difficoltà, il suo cuore batteva sempre per il servizio ai più poveri.

Per 16 anni si è impegnata, sulle orme della nostra Fondatrice, nella pastorale carceraria, incontrando settimanalmente le detenute della casa circondariale di Piacenza. Lei stessa affermava in una intervista: “Hanno drammi seri e nessuno li ascolta. Ho visto in carcere tanta sofferenza. Mi dà tanta soddisfazione poter dare a loro una mano, interessarsi ai loro problemi, dire loro un parola di conforto e di speranza per sostenerli”.

Periodicamente la domenica sera faceva servizio presso la mensa della caritas insieme ad altri volontari, realizzando quanto dice il Vangelo avevo fame e mi avete dato da mangiare ….

La nostra comunità è grata al Signore per il dono della sua vita, per il prezioso servizio fatto alla Congregazione, per l’esempio nell’osservanza quasi rigorosa della nostre Regole, viveva dell’essenziale perché il di più doveva servire ai poveri.
Insieme, pur nel dolore, per la sua scomparsa così inaspettata, vogliamo cantare il Magnificat per le grande cose che il Signore ha fatto per lei e in lei e vederla con gli occhi della fede nella gioia del Paradiso.

Desidero a nome delle sorelle ringraziare tutte le persone che in questi giorni e in questo tempo ci sono stati vicini a suor Luisella e a noi con la loro amicizia e la solidarietà, in particolare il Vescovo Gianni, don Giuseppe Busani, don Francesco Cattadori e tanti altri sacerdoti, i Resposabili del Carcere, della Caritas, non vorremmo dimenticare nessuno, abbracciamo tutti con la parola amici.

 

OMELIA DI MONS. GIUSEPPE BUSANI 31.10.2014

Anche per Gesù la morte è stata una esperienza difficile e oscura, per questo  anche Gesù ha sentito il bisogno di prepararsi alla morte.  Anche per Gesù alla sofferenza della morte in croce si è aggiunta una buona dose di incomprensibilità.  Per quelli che gli erano vicini, soprattutto per i discepoli, è stata cista come  la fine di tutto, ma soprattutto la fine di tante speranze.
Come ha fatto Gesù a stare da figlio e da fratello  di fronte alla sua morte? Con l'ultima cena, un rito che gli ha dato di poter  cambiare il volto della morte . Anche  noi Vogliamo stare davanti alla morte della nostra suor Luisella come c'è stato Gesù,  con l'Eucarestia.
Con la Cena Gesù ha rivelato che la morte può essere vissuta non come la fine, ma come il dono di un amore senza fine. Quando Gesù dice ‘questo è il mio corpo’ e spezza il  pane fa riferimento  al suo corpo crocifisso, spezzato e trafitto sulla croce, ma, tenendo tra le mani un pezzo di pane, rivela una cosa meravigliosa: la mia morte è come questo pane, è nutrimento di vita,  continuerò ad amarvi nutrendovi della mia vita.
Suor Luisella si è nutrita ogni giorno di questo pane di vita. La sua morte non può essere la fine, anzi, nella morte viene raccolta e consegnata tutta la sua vita che viene trasformata in un amore senza fine.  La morte è consegna di noi  nelle mani di Colui che può farcela attraversare. Infatti i cristiani chiamano quest'ora, l'ora della morte, l'ora del grande passaggio, del grande attraversamento, la chiamano Pasqua. E' un passaggio doloroso come è stata dolorosa la passione di Gesù e come sono sati gli ultimi anni di suor Luisella, ma  è un passaggio.
Con l'Eucaristia chiediamo  che per te Suor Luisella questa sia l'ora del grande passaggio.  Hai già sperimentato nella passione della tua grave malattia che in certe ore non si può più fare nulla per se stessi e da se stessi, siamo nelle mani di altri e  ci si deve fidare degli altri. Nella morte ci si  affida e basta. Rimane solo questo: l'affidamento. E chi compie quest’atto di là trova il Cristo che con le sue braccia aperte, trafitte ma aperte, ti accoglie, ti abbraccia e ti conduce presso il Padre, ti fa passare alla vita che non passa.
Noi con questa Eucarestia ci facciamo quasi gli accompagnatori oranti di questo grande passaggio, di questo attraversamento che è un affidamento E mentre facciamo questo scopriamo che viviamo la grazia di legami sacri, di legami che non finiscono, che non si interrompono perchè dipendono solo dall'amore di Dio. E Dio è fedele al suo amore!  Anche quando noi ci stacchiamo, Lui non si stacca, Lui non si slega, ci ha legati per sempre a se, il legame tra noi e lui è  eterno perchè dipende solo da Lui.
Luisella noi ti vogliamo consegnare all'Abbraccio di questo Autore dell'alleanza eterna. Ti salutiamo quindi con l'Eucarestia, non abbiamo altro modo e dato che tu ci credevi, forse più di noi, sappiamo di fare una cosa bella insieme a te.
Ti salutiamo anche con questa bellissima pagina del Vangelo che le tue sorelle hanno scelto pensando alla tua storia. Ci siamo accorti tutti che parla di suor Luisella questa pagina di vangelo, parla della sua storia passata ma anche di quest'ora, di quest'ora che stiamo vivendo.
Gesù è molto attento a noi, per dare parola al suo Vangelo ha voluto dipendere da quello in cui noi crediamo , Gesù si racconta anche con quei frammenti di Vangelo che noi riusciamo a vivere. Difatti questa pagina oggi è commentata bene dalla vita di suor Luisella più che  dalle mie parole , è la sua vita il miglior commento, la miglior omelia su questa pagina di Vangelo.
Vorrei raccogliere qualcosa, qualche frammento della sua vicenda alla luce di questa pagina compresi i versetti  precedenti di questo capitolo di Matteo.
La prima parte ci racconta delle Vergini sapienti che attendono l'arrivo dello Sposo. Sapienti perché vigilanti,  quindi ci parlano del vivere come di un vigilare.
La seconda parte è il racconto della parabola dei talenti e ci parla del  vivere come di un trafficare. Infine,  il brano appena proclamato, ci parla dell’ora del  giudizio, che però viene presentato come l'ora dell'incontro, l'ora del  sorprendersi, tanto che la conclusione è un invito a regnare .
Suor Luisella  ha vissuto  così: vigilare, trafficare, sorprendersi, regnare.
Si è allenata alla vigilanza con la sua vita di consacrata che consiste nel costante esercizio dello sguardo,  che ci allena ad un altro modo di guardare le persone, il mondo, la vita, le situazioni. La vigilanza è questo :  un allenamento dello sguardo per lasciarci  guidare e illuminare da un altro sguardo, da un altro modo di guardare; non guardare le persone legate alle difficoltà e fragilità del momento ma guardarle a partire dal futuro delle loro possibilità, anche di quelle non ancora sviluppate.
Non sarebbe andata in carcere o sulle strade ad incontrare persone in difficoltà se non avesse guardato quelle persone con uno sguardo diverso, quello che parte dalle possibilità  di quelle persone di vivere una vita diversa.  Tentava di farle diventare quello che pensavano di non poter diventare. Non le ha lasciate  incatenate al loro passato negativo, ma ha tentato di tracciare per loro un futuro buono. Questa è la vigilanza a cui si allena una persona battezzata e consacrata: vita di preghiera e di sintonia con quell'altro sguardo che è quello di Gesù.
Certo’ trafficare i talenti’, Luisella ha lavorato molto, ma anche qui un altro modo di trafficare non come si commercia nel mondo, non calcolando, imbrogliando o confondendo le cose, facendo a volte anche la burocrazia della carità, ma un agire in un altro modo.  Tutti lo sappiamo:  quello di suor Luisella era un modo di rapportarsi molto schietto e che a volte poteva apparire un po' elettrico o rude. La sua parola era così,  ma il gesto era fedele fino alla tenerezza e quindi ti anticipava nel bene, a volte la parola ti fermava ma il gesto ti precedeva.  
Questa per lei è soprattutto l’ora delle sorprese. In Paradiso non si può non sorprendersi e non essere sorpresi. Come quei tali del Vangelo che dicono: Signore quando ti abbiamo visto, quando? Si sorprenderà che il Signore le dica: vieni tu sei la benedetta,  Dio ti ha sempre guardata ha visto tutto anche quello che tu hai tenuto segreto nel tuo cuore . E Luisella   sarà sorpresa : quando mai, Signore?
Chiediamo di poter vivere anche noi la  sorpresa che è il Paradiso. Il Paradiso è forse soltanto una sorpresa, infatti  già qui sulla terra quando noi compiamo dei gesti di bene  e ci dimentichiamo di averli fatti e qualcuno ce li ricorda , rimaniamo sorpresi. Il Paradiso sarà pieno di queste sorprese e raccoglierà quei gesti che noi abbiamo fatto dimenticandoci di farli e non chiedendo a nessuno ricompense, meriti o applausi. Questi sono i gesti che hanno già in se stessi il seme dell’eternità.  è la carità senza strepito.
Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il Regno,  partecipate al Regno, e sì, si meraviglierà molto Suor Luisella di essere introdotta nel Regno e di essere invitata a regnare con Gesù.  Regnerà con Gesù e quindi farà regnare la carità in mezzo a noi. Allora adesso Suor Luisella è per noi una benedizione , regnando con Cristo fa regnare la benedizione. Questo è il nostro saluto:  continua far sentire la tua  presenza  in mezzo a noi,  a far regnare Dio a far diventare l'amore di Dio sovrano dei nostri pensieri dei nostri gesti e quindi benedizione per tutti .

 

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