SUOR GEMMA VILLA

Suor Gemma nata ad Agrate Brianza segue la chiamata del Signore entrando nella comunità delle Figlie di Gesù Buon Pastore nel periodo della seconda guerra mondiale. Emise i voti temporanei nel 1948 e i voti perpetui nel 1951, nel 2018 festeggiò 70 anni di professione. Dopo gli anni della formazione, svolge la sua missione in diverse comunità della Congregazione nelle scuole materne, case di riposo, Preventori, Ospedali, casa del Clero ecc. Ebbe diversi incarichi di responsabilità e fu madre Generale, con un grande spirito missionario, aprì le missioni del Portogallo nel 1986, del  Messico nel 1986 e in Eritrea nel 1989.

La sua vita fu un dono per la nostra famiglia religiosa era una donna di  fede e di preghiera, una sorella che ha fatto tanti sacrifici per il bene della Congregazione, ovunque andava cercava di far del bene a tutti e sapeva farsi voler bene da tutti, diceva spesso che nella sua vita ha cercato di fare la volontà di Dio per il bene della comunità, in spirito di servizio. Dopo il mandato a Madre Generale, rimase nella Casa Madre a Torino per circa  20 anni, nel 2015 ritornò nella Casa Generalizia passando gli ultimi anni nella preghiera.

In questi 5 anni continuò la sua vita dedicandosi alla preghiera, al ricamo, partecipando alla vita comunitaria, portando sempre il suo contributo di esperienze di vita. In seguito ad alcuni problemi  cardiaci, fu ricoverata in ospedale, dopo pochi giorni all’alba di lunedì 9 novembre il Signore l’ha chiamata a sé, per partecipare alla festa di nozze nella Gerusalemme celeste insieme a tante nostre sorelle. Il Vangelo della domenica precedente ci ricordava l’invito alle nozze delle dieci vergini, siamo certi che suor Gemma era tra quelle che il Signore ha invitato alle nozze,  e lei si è presentata con la sua lampada accesa, perché spesso diceva che era  pronta alla volontà di Dio. Ringraziamo il Signore  per averci donata questa sorella per tutto quello che lei era e per tutto quello che lei ha fatto per il Signore e la nostra Congregazione, per la testimonianza positiva che ci ha lasciato.

Un grazie speciale a Don Pippo per aver accolto l’invito a presiedere il suo funerale, legato a lei da quando ha frequentato la scuola materna a Gossolengo.

 

OMELIA DEL FUNERALE

CELEBRATO DA DON PIPPO  PEROTTI  -  11.novembre 2020

 

Ringrazio sr Franca che mi ha chiamato a presiedere il funerale di suor Gemma: ero un po’ titubante per la mia naturale ristrosia, ma sono molto contento di essere qui con voi e con i suoi cari a pregare per e con suor Gemma, per ringraziare il Signore con questa Eucarestia, della vita bella di suor Gemma. Porgo a tutti voi le condoglianze mie  personali e della popolazione tutta di Gossolengo; è nostro grande rammarico non aver potuto celebrare, lo scorso 26 maggio, causa il lockdown, il centenario della fondazione del nostro Asilo inaugurato il 23 maggio 1920 e affidato da subito alle cure della vostra Congregazione, che con le suore ha contribuito a fare la storia di Gossolengo; tra l’altro il nostro Asilo è stata la prima casa aperta dopo 50 anni di clausura dedicata alla educazione delle giovani. Era nostra intenzione invitare con suor Franca, originaria di Gossolengo, le suore Figlie di Gesù Buon Pastore ancora viventi che hanno prestato servizio a Gossolengo: suor Gemma, suor Patrizia, suor Elvira, suor Marialuisa. La festa è stata rimandata, ma purtroppo suor Gemma è venuta a mancare, parteciperà alla festa in cielo.

In una vecchia foto del nostro Asilo, che ho molto cara, io sono il più piccolo in prima fila, in 2° fila suor Franca, vicina al futuro Sindaco Gianni Arbasi, in ultima fila Francesca, cugina di suor Franca, futura moglie del diacono Roberto Porcari. Nella foto oltre al Parroco, suor Giuditta, suor Agnese e suor Gemma con in braccio una bambina. Noi bambini eravamo molto legati a lei, la più giovane tra le suore, la più bella e la più buona e tenera verso di noi. Scusate se mi sono prolungato in questi ricordi personali, ma sono tra i i miei più cari. Suor Gemma se ne è andata nella notte, non era ancora giunta l’alba, dopo la domenica in cui è stata proclamata nel Vangelo, la parabola delle dieci vergini che abbiamo riascoltato: A mezzanotte si alzò un grido: Ecco lo sposo! Andategli incontro!  Che coincidenza! Si può dire che suor Gemma abbia sentito quel grido e prontamente sia andata incontro al Signore con la lampada accesa, alimentata con quell’olio in piccoli vasi che sempre portava con se, per essere pronta all’incontro, quell’olio simbolo della sua fede che le ha dato la capacità di vedere la sua vita come dono di Dio, da vivere e da riconsegnare a lui con tutte le potenzialità di bene che essa poteva esprimere. E’ molto bella l’immagine delle ragazze che escono con le lampade accese incontro allo sposo. C’è senso di amicizia e di attesa, di curiosità e di festa: questo caratterizza l’incontro di suor Gemma con il suo  sposo. Possiamo dire che ha condotto una vita bella, non una vita di cui si sarebbe parlato in piazza, ma una vita come può essere quella  ispirata dal Vangelo. Secondo il Vangelo, una vita bella non è una vita libera da difficoltà, da costrizioni, da combattimenti, ma è piuttosto una vita di combattimento: combattimento per radicare solidamente l’amore in sé e attorno a sé, per viverne intensamente; combattimento per camminare verso l’Assoluto, per spogliarsi di sé e lasciarsi invadere da Dio, lo Sposo. Suor Gemma si è fatta suora per vivere nell’amore e nel servizio. Non ha mai rinnegato questa scelta, ma si è applicata ad esservi fedele fino alla fine. Ma sentiamo cosa dice di sé: Ripensamenti e pentimenti? Mio padre quando entrai in convento mi disse:” Vai, non tornare indietro e fatti santa.”  Come? Facendo la volontà di Dio. E ha vissuto per farsi santa. Dice ancora: La mia vita di religiosa potrebbe essere paragonata a un bel film, in comunità mi hanno dato diversi incarichi, perché dove c’era un problema da risolvere ero sempre con la valigia in mano. Mia  madre si meravigliava e chiedeva: “ Ma com’è che cambi sempre casa?” In realtà la Superiora mi diceva che quando c’era qualche controversia in corso o qualche situazione critica da brigare, mandava me  che sembravo adatta al caso. Mi sono sempre trovata bene ovunque andavo, i piacentini  mi hanno sempre voluto bene, perché ovunque andavo, cercavo di fare del bene a tutti.” Questa la santità di suor Gemma : l’amore vissuto nel quotidiano, in ogni circostanza e verso tutti. “ Ora , dice ancora,  non posso più svolgere la mia missione nelle opere, la mia giornata la passo pregando per tutti e vorrei dire , a chi ho incontrato, che ho sempre avuto vicino il Signore  e non mi ha mai abbandonata., desidero augurare a tutti la stessa cosa.” Che bello!  Questo è il suo testamento spirituale, La ringraziamo per questo augurio e le chiediamo di continuare a pregare dal cielo affinché non ci manchi mai la luce per attendere lo sposo ed entrare con Lui prima che la porta sia chiusa.

 

SUA TESTIMONIANZA PER LIBRO DEL 150°

Sono suor Gemma Villa, originaria di Agrate Brianza,, in occasione della festa del Buon Pastore il 21 aprile 2018 , ho festeggiato il 70° anniversario della mia Professione Religiosa. La mia vita di religiosa potrebbe essere paragonata ad un bel film, in comunità mi hanno dato diversi incarichi, perché dove c’era un problema da risolvere, ero sempre con la valigia in mano. Mia madre si meravigliava e chiedeva:

“ ma com’è che cambi sempre casa?” In realtà la Superiora  mi diceva che quando c’era qualche controversia in corso o qualche situazione critica da sbrigare, mandava me che sembrava adatta al caso. Ho svolto la mia missione in alcune Scuole Materne della Provincia di Piacenza, nelle Case di Riposo, Preventorio, Casa del Clero, in diverse comunità dell’Italia e da Madre Generale ho aperto le missioni del Messico e dell’Eritrea. Mi sono sempre trovata bene ovunque andavo, i piacentini mi hanno sempre voluto bene, perché ovunque andavo  cercavo di far del bene a tutti. Insieme alle mie consorelle abbiamo passato anche dei momenti difficili, ricordo che durante la guerra ero giovane, ma piena di fervore, e anche se regnava ovunque la povertà andavamo avanti senza perdere la fiducia. A Calendasco siamo  state una settimana a pane e fichi  perché non c’era altro da mangiare, pure al Ritiro Cerati tante volte non c’era il pane, si mangiava una patata arrivata dai contadini, la Provvidenza non mancava mai. Ancora oggi i bambini dell’Asilo di Gossolengo, il primo aperto dopo la nostra clausura,  alcuni mi ricordano ancora e hanno partecipato al mio 70° di Professione, ho rivisto  don Pippo Perotti, ora sacerdote.

Negli Asili oltre la scuola con i bambini, c’era il laboratorio di ricamo, era frequentato da giovani che venivano anche dai paesi vicini, per imparare a ricamare e farsi il loro corredo.

Ripensamenti e pentimenti? “ Mio padre quando entrai in convento mi disse: “ Vai, non tornare indietro e fatti santa”. La mia vita è sempre stata sostenuta dalla preghiera, dalle buone ispirazioni, ho cercato di fare la volontà di Dio per il bene della comunità. Quello che ho fatto, è stato solo per spirito di servizio alla mia Congregazione.

Ringrazio i piacentini che mi hanno sempre  accolto, amata, aiutata, in qualunque paese mi sono trovata, ora a causa dell’età avanzata, non posso più svolgere la mia missione nelle opere, la mia giornata la passo pregando per tutti e vorrei dire a chi ho incontrato,  che ho sempre avuto vicino il Signore e non mi ha mai abbandonata, desidero augurare a tutti la stessa cosa.

 

 

 

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